giovedì 8 maggio 2014

Elezioni Europee 2014 ... ecco perche' sono piu' importanti delle Elezioni Politiche !

In pochi sanno che le Elezioni Europe sono piu' importanti delle Elezioni Politiche.  Vi chiederete ma perche'?



In Primis perkè ormai il potere non è più nelle mani dei singoli stati,  ma è passato alla UE, la quale come vedete ormai emana ogni anno migliaia di direttive che noi acquisiamo sotto forma di "leggi" come fossero nostre, ma di fatto sono leggi europee...
 

La BCE, il Consiglio d'Europa, sono i poteri economici e politici che possono, e ben giustamente, avendo le nazioni rinunciato a parte della sovranità sottoscrivendo i trattati, influire sulla politica anche interna degli ormai moribondi e decotti Stati nazionali vecchi di secoli e che si sono federati nella UE ben sapendo che nel mondo dei supercolossi geografici, demografici ed economici oltre che militari, la sorte delle piccole nazioni è di essere una colonia dell'uno o dell'altro.

Il secondo motivo invece che rende da quest'anno ancora piu' importanti le elezioni europee e' la scelta del Presidente della commissione europea.

QUEST'ANNO, per la prima volta, oltre agli eurodeputati si elegge anche il presidente della Commissione europea. Lo slogan della campagna del Parlamento europeo per invitare i cittadini a recarsi alle urne il 25 maggio è, infatti, "This time is different". 





Ma perché questa volta è diverso? Facciamo un passo indietro. Dal 1979, i cittadini di tutta l'Unione sono chiamati a eleggere direttamente i loro rappresentanti al Parlamento europeo. Ma con il Trattato di Lisbona, entrato in vigore il 1° dicembre 2009, i cittadini acquisiscono un potere in più: il presidente della Commissione europea, l'esecutivo europeo, quindi la più alta carica delle istituzioni comunitarie, deve essere nominato dai governi "tenendo in conto i risultati delle elezioni" e "dopo aver consultato" il Parlamento europeo. In seguito il Parlamento dovrà eleggerlo.

Questo vuol dire che, votando alle elezioni europee, i cittadini hanno voce (sebbene indirettamente) anche sulla scelta del presidente della Commissione. In passato, questa scelta è sempre stata il risultato di un accordo fra i capi di Stato e di governo di tutti gli Stati membri. Questa volta, però, non potrà andare così, perché le principali famiglie politiche europee hanno preso l'iniziativa senza aspettare di essere consultati dai governi e hanno già da tempo indicato i propri candidati.

Qual è dunque la portata del cambiamento? Per la prima volta nella storia dell'Europa, la campagna non si giocherà solo sulla dimensione nazionale: questa volta i cittadini sapranno che il loro voto determinerà non solo la scelta degli europarlamentari, ma anche quella di chi guiderà il governo dell'Europa (ruolo ricoperto oggi dal portoghese José Manuel Barroso). E questo potrebbe essere un valido antidoto contro l'astensione. Inoltre per la prima volta il presidente della Commissione dovrà rispondere direttamente al Parlamento che lo elegge, e quindi davanti ai cittadini, ancor prima che ai governi che lo nominano, rendendo la politica europea più chiara e trasparente.


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