venerdì 8 agosto 2014

LETTERE DALL'AGENZIA DELLE ENTRATE 2014 .... SENZA RACCOMANDATA E SENZA OBBLIGO DI RISPONDERE..ACCADE ANCHE QUESTO IN ITALIA

Le lettere inviate in queste settimane dall'Agenzia delle Entrate a MIGLIAIA di contribuenti per segnalare un eccesso di spese nel 2012 rispetto al reddito dichiarato costituiscono o meno l'innesco di accertamenti tributari??
Questa la domanda che tantissimi cittadini oggi si pongono di fronte a delle strane lettere pervenute nelle ultime settimane, senza alcuna notifica per "raccomandata" e con la "paradossale" precisazione che "non c'e' obbligo di risposta"....


Un'altra diavoleria partorita dalla mente del mostruoso Befera..o solo una comunicazione di natura preventiva?

In realtà infatti il messaggio al contribuente potrebbe essere tradotto così: se nel 2012 hai sostenuto delle spese straordinarie non proprio in linea con il tuo reddito, faresti bene a venire da noi del fisco a spiegarci da dove arrivano quelle risorse aggiuntive, altrimenti, sappi che noi abbiamo in mano elementi sufficienti per partire con un vero e proprio accertamento .

Insomma, il tono sarebbe quanto mai minaccioso e non a caso, in molti si sono rivolti al proprio commercialista.

E qui, proprio i commercialisti, hanno rilevato un’altra stranezza contenuta nella lettera. In effetti, l’Agenzia delle entrate, rivolgendosi sempre al contribuente, scrive che  “per tutelare la sua riservatezza, nel prospetto non è precisato l’ammontare delle spese rilevate dalle banche dati dell’Agenzia, nel presupposto che le siano certamente note, in quanto relative alla recente annualità 2012”.

Insomma, un gioco delle tre carte, per cui il fisco avvisa il cittadino di sapere quanto in effetti ha speso, ma non glielo dice, aspettandosi che sia lui a fare ammenda e a valutare se effettivamente qualcuna di queste spese possa essere, come dire, fuori budget.
Per il contribuente però potrebbe risultare difficile capire a quali spese faccia riferimento il fisco, soprattutto quando le spiegazioni di un reddito aggiuntivo, che avrebbero permesso poi spese maggiori, potrebbero essere del tutto plausibili come in effetti precisato da molti commercialisti.

Si potrebbe trattare di redditi precedenti o di economie terze o ancora di una semplice eredità, ma se cosi' fosse, tenuto conto che eventuali redditi percepiti negli anni precedenti (e quindi dichiarati) oppure eventuali eredita' (dichiarate) sono comunque nelle banche dati dell'Agenzia delle Entrate, per quale (diavolo) di motivo chiederle al Contribuente?????

Esiste poi un'altra incngruenza nella missiva inviata rilevata dai commercialisti: e bene ricordare infatti che nel caso di illeciti tributari è il fisco a dover dimostrare che il contribuente ha commesso un errore o un atto illegale per poter far scattare l’eventuale sanzione. Qui invece sembra che ci sia la classica inversione dell’onere della prova, con il contribuente chiamato a dare spiegazioni per qualcosa che a tutti gli effetti potrebbe non essere nulla di illegale.

 Fatto sta che comunque la lettera dell’Agenzia delle entrate si conclude con quella che a molti contribuenti è apparsa come la frase più inquietante, ossia l’invito a “considerare con attenzione questa comunicazione e le opportunità di ravvedimento offerte dalla normativa fiscale”. Insomma si parte quasi dal presupposto che i cittadini in questione abbiano certamente qualcosa da nascondere, e li si invita “caldamente” a mettersi in regola prima ancora che le eventuali irregolarità, che è bene ricordarlo potrebbero essere frutto anche di un semplice errore di trascrizione di una cifra, vengano accertate con un controllo fiscale.

L'Agenzia su questo punto ha voluto precisare per evitare allarmismi. «Rispondere alla lettera non è obbligatorio – spiega, infatti, il direttore aggiunto dell'Accertamento,  –. Il destinatario della comunicazione non deve fornire spiegazioni all'amministrazione finanziaria, a meno che non voglia segnalare la presenza di errori nei dati in possesso dell'Agenzia, ed il ricevimento della lettera non farà scattare alcun controllo in via automatica nei suoi confronti.

A mio avviso pero', per le motivazioni sopra addotte, resta vivo il sospetto di un Fisco sempre piu' "impiccione" ed "invadente...e la lettera stessa ne e' la prova.

Bisogna tenere conto del fatto che tra spese e ricavi di un anno ci può non essere relazione alcuna se il contribuente ha guadagnato negli anni precedenti cifre che gli hanno consentito di fare risparmi da spendere , per esempio, quando va in pensione. Le spese dunque vanno viste correlate al patrimonio e non al reddito annuale!
Il fisco ha oramai tutti i dati necessari per fare tale controllo senza "minacciare" accertamenti al contribuente. Li usi



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