Sono partiti i primi accertamenti del redditometro. Il Fisco ha iniziato ad inviare le 20mila lettere(meno delle 35mila previste in un primo momento) ai contribuenti che dovranno fornire chiarimenticirca la propria situazione reddituale.
Ricordiamo che, secondo l’Agenzia delle Entrate, il rischio di evasione scatta nel momento in cui, in base alla ricostruzione da parte del Fisco delle spese effettuate, si determini uno scostamento tra il reddito presunto e quello accertato superiore al 20 per cento. I controlli sono effettuati a partire dal periodo di imposta 2009, ovvero quelli dichiarati nel modello Unico 2010...
A quanto pare sarà però ridimensionato rispetto a quanto si era temuto: niente Fisco impiccione che si chiederà quante volte abbiamo mangiato al ristorante, ma verranno controllati solamente i conti che evidenziano importanti discordanze tra il reddito dichiarato e le spese sostenute.
Dall’Agenzia delle Entrate sostengono infatti che si muoverà in un’ottica di garanzia e di rispetto della privacy dei contribuenti, andando a controllare solo gli scostamenti tra entrate e uscite superiori al 20%, oppure superiore ai 12 mila euro annui di differenza.
Nella lettera, il contribuente viene invitato a presentarsi presso uno degli uffici dell’Agenzia delle Entrate per giustificare l’incongruità tra le spese e il reddito dichiarato. Al contribuente l’Agenzia dovrà, altresì, chiarire quali sono le informazioni facoltative e quali di natura obbligatoria, e cosa potrebbe accadere in caso di eventuali ritardi o rifiuti a rispondere. In ogni caso, i dati presunti di spesa quantificabili esclusivamente sulla base della tabelle Istat non potranno essere presi in considerazione nell’ambito degli accertamenti.
Che aggiungere.... non ci resta che incrociare le dita e sperare di non rientrare tra i 20 mila avvisi.
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