mercoledì 21 marzo 2012

MODIFICA ART.18 - ENNESIMO "PASTROCCHIO" -SI PARLAVA DI LEVARLO ED INVECE E' STATO ESTESO ANCHE ALLE AZIENDE CON MENO DI 15 DIPENDENTI !

Mesi e mesi trascorsi a polemizzare su una (presunta) Abolizione dell' Art.18 dello Statuto dei Lavoratori, dispute accanite tra Sindacati che minacciavano lo "Sciopero generale" ed un Governo che insisteva a dire che e' proprio l'Art.18 a bloccare la flessibilita'sul mondo del Lavoro.


Insomma parole su parole e quando il Governo se ne esce che entroGiovedi' 22/03 la questione si deve definitivamente chiudere, con o senza la "concertazione" completa con tutti i Sindacati, rendendo pubblica una parte della "Bozza di massima"...ottimo, ci siamo messi alla ricerca di questa Bozza in rete e finalmente la troviamo e la leggiamo.

Ma e' proprio dopo la lettura della bozza che ci siamo resi conto del grande BLUFF del Governo in questa materia.

Ci accorgiamo infatti che dall' abolizione dell' Art.18 o ad una sua versione piu' snella, ne esce fuori un "PASTROCCHIO" confusionario che da un lato "rende piu' difficoltoso e sopratutto anti-economico per le imprese poter "Licenziare" e dall'altro (ancora piu' grave) l'estensione dell' Art. 18 stesso alle piccole e medie imprese al di sotto dei 15 dipendenti.

Ma come e' possibile ci chiediamo? Ma non doveva essere piu' facile poter "Licenziare"?

Ma vediamo in sintesi cosa prevede la "Bozza-Beffa" (accettata non a caso sia dalla Cisl che dalla Uil) e grazie a Dio impugnata dalla Cgil....




Licenziamenti per motivi economici, disciplinari o per motivi discriminatori. Questi i tre punti presenti nella riforma del Lavoro in materia appunto di licenziamenti. Tre casi diversi con tre “soluzioni” diverse.
Analizziamo i tre casi e vediamo dov'e' l'imbroglio:
Il primo caso è quello che riguarda il licenziamento per motivi economici: quando la fabbrica va male può licenziare in cambio di 15-27 mensilità. Qui, si nota sin subito il primo imbroglio. Ma se la modifica dell'Art.18 dovrebbe rendere piu' agevole il licenziamento, nel caso in cui un'azienda e' in difficolta' (quindi si presume abbia difficolta' economiche e/o finanziarie) come farebbe a licenziare se poi dovra' accollarsi il costo del licenziamento previsto nell'erogazione di 15-27 mensilita' al lavoratore?. Tanto vale che tiene in azienda il dipendente, anzicche' mandarlo via e continuarlo a pagare.

Il secondo caso è il licenziamento per motivi disciplinari: quando il lavoratore viene accusato di lavorare male, di starsene a casa, di essere uno scansafatiche, si va dal giudice che deciderà di dare al lavoratore un indennizzo o il reintegro. Nello specifico o il reintegro, nei casi gravi, o una indennità al massimo di 27 mensilità, tenendo conto dell’anzianità del dipendente allontanato. È stata inserita anche una tassa sul licenziamento pari a un mese e mezzo di retribuzione. Anche qui, un "imbroglio" senza alcun dubbio. E' come dire, devo licenziare un dipendente perche' "e' uno scansafatiche" e cosa fa la legge, mi rimanda ad un giudice il quale nella peggiore delle ipotesi me lo "reintegra"e continuera'  "a fare lo scansafatiche", nella migliore (nell'ipotesi accerti che effettivamente questi e' un ignavo) lo posso mardare via pero' "pagandogli" fino a 27 mensilita'. Perfetto "cornuto e mazziato", non solo e' stato accertato che il dipendente nella mia azienda non lavorava, ma lo dovro' pure pagare. Da pazzi proprio.
Il terzo caso è quello che riguarda i licenziamenti per discriminazione, valutato come nullo, come non fosse mai avvenuto. Nulla da ridire in questa specifica fattispecie. Fin troppo ovvio.
Ultimo elemento che fa sconvolgere infine le coscienze degli piccoli e medi imprenditori e' l'estensione dell'Art.18, anche alle imprese con meno di 15 dipendenti, fin'ora esclusi dall'Art.18 stesso. Veramente aberrante se consideriamo che fino a pochi mesi fa la preoccupazione dei sindacati era quello che venisse limitato l'articolo 18, in questo caso succede proprio l'opposto,l'Art.18 lo hanno messo anzicche' levarlo o limitarlo.
Un provvedimendo , per concludere, privo di ogni logica o vantaggio a rendere piu' flessibile il mercato del lavoro che, anche dei "bidelli" avrebbero saputo redigere meglio....avremmo almeno risparmiato di dover pagare dei "professori incompetenti".

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