mercoledì 14 marzo 2012

L'ITALIA E' UNA "DITTATURA FISCALE" - Tassazione prevista per il 2012 al 54,5%

Tasse sempre più alteFisco sempre più "invadente".
Gli italiani riescono a mala pena a metter insieme il pranzo con la cena con i soldi che gli rimangono dopo aver pagato il dovuto e oltre.

Ma un antico mostro si vede all’orizzonte: siamo ancora una democrazia ed una repubblica, o siamo una dittatura fiscale? ...



Se consideriamo che aggiungendo alle ordinarie imposte, l 'Irap, l'Ires o Irpef, l'aumento delle Accise, la nuova Imu (con tanto di aggiustamento catastale) e gli incrementi delle aliquote Iva, si arriva alla soglia del 54,50 %.


Ditemi voi se non e' un'imposizione da stato dittatoriale !!! 


Si sta creando una sorta di relazione squilibrata, miope e vessatoria tra Stato e Cittadini, ma nessuno interviene, nessuno osa minimamente pensare come cio' possa avere  pesanti ripercussioni sulla democrazia del paese.


Insomma tutte istituzioni si rifiutano di voler comprendere che, specie nei momenti di difficoltà economica, la crescita e lo sviluppo di un paese passano attraverso un alleggerimento del carico fiscale”.


Il carattere vessatorio del fisco tricolore, invece, presenterebbe un doppio profilo. Da una parte il livello di pressione fiscale contraria allo Stato di diritto. 

Sebbene nel nostro ordinamento esista un principio per cui al contribuente non può essere chiesto quanto va oltre la sua capacità contributiva, questa stessa non viene stabilita prima della fissazione delle imposte condizionandone l’ammontare, ma consiste in quel che resta dopo che le tasse sono state fissate” .



Dall’altra parte c’è una “posizione di assoluta supremazia dell’amministrazione fiscale rispetto al contribuente”. Se vi sembra una cosa di poco conto, sappiate che questa asimmetria è “tipica del potere dispotico”, insomma della “dittatura”.


 Infatti, “a fronte di un fisco che nulla deve provare per accusare e persino per riscuotere, che non ha termini perentori di rimborso per imposte non dovute, che agisce secondo presunzioni e deduzioni e inversioni dell’onere probatorio, in posizione subalterna sta il contribuente, impresa o privato cittadino, a cui non è concesso il minimo errore e su cui ricade il peso degli eventuali procedimenti giurisdizionali”.


 In parole semplici: il cittadino deve dimostrare al fisco di non essere un “evasore” in quanto è macchiato di questo “peccato originale” fin dall’inizio. E se avete versato tasse per più del dovuto, nessuno vi rimborserà. 


Il rapporto fra fisco e cittadini indicherebbe quale è l’aspettativa di vita della democrazia: questa “dipende appunto anche da un sistema fiscale tollerabile.


 Un rapporto tributario sano è essenziale per continuare a dire di vivere in una democrazia”. 


Insomma: italiani, credo proprio che dobbiamo iniziare a preoccuparci!!! 



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