Invece di abbattere lo stock di debito con un serio piano di dismissioni del proprio patrimonio e di tagliare la spesa corrente nell’ordine di 5-6 punti di Pil, il Premier Monti si accontenta di limare le escrenze più insopportabili agli occhi dell’opinione pubblica mentre continua a succhiare risorse dal Paese, ovunque intraveda qualcosa da spremere.
Nuove tasse; 70 miliardi di debiti non onorati; e nonostante gli ipocriti auspici della classe politica e dei tecnici sul credito alle imprese e alle famiglie, anche i prestiti a tasso agevolato all’1% che la Bce ha concesso alle banche vengono fatti affluire a sostegno dell’emissione di debito pubblico – per far calare lo spread – anziché degli impieghi produttivi.
Lo sforzo di risanamento grava così interamente sulle spalle dei cittadini, ma non da oggi.....
Ma l’aumento costante e più che trentennale della pressione fiscale, con un balzo significativo durante la crisi finanziaria dei primi anni ‘90, non è servito a realizzare avanzi primari e a ridurre significativamente il debito pubblico.
L’ESPERIENZA INSEGNA CHE QUESTA POLITICA NON FUNZIONA, CHE LE TASSE CHE CI SI CHIEDE DI PAGARE IN MISURA SEMPRE MAGGIORE NON VENGONO USATE, SE NON SUL MOMENTO, PER RIPIANARE IL NOSTRO DEBITO, MA SPRECATE IN NUOVE SPESE.
servono a nutrire sempre di più la “bestia” statale, ad ingrossare il banchetto della politica e dei suoi “clientes”.
Il rischio, purtroppo, è che Monti stia solo apparecchiando la tavola per la prossima abbuffata, quella della classe tecno-politica dei prossimi anni, come Amato e Ciampi la apparecchiarono agli inizi degli anni ‘90 per i governi che si sono succeduti nell’ultimo ventennio.
Non è che Monti punti a durare, è che punta a far passare la tempesta salvando il modello statale esistente con il minimo possibile di cambiamenti, confidando nella propria autorevolezza personale e nell’altro Mario alla guida della Bce. Monti apparecchia per l’abbuffata di domani.
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