Un giorno e mezzo di camera di consiglio per decidere la sorte del referendum appoggiato da 1 milione e 200 mila firme espressione di un diffuso malcontento popolare nei confronti di una legge elettorale definita, per ammissione del suo stesso autore, una “porcata”.
Che cosa chiedevano (il passato è d’obbligo) i due quesiti e perche' sono stati respinti?
Il primo era totalmente abrogativo della legge elettorale vigente (270/2005, ilPorcellum per l’appunto).
Il secondo invece riguardava alcune disposizioni di essa, che hanno sostituito, abrogato o modificato la legge elettorale vigente in precedenza (il Mattarellum, maggioritario per tre quarti e proporzionale per un quarto).
Nella sostanza, entrambi i quesiti puntavano all’abrogazione della legge elettorale vigente, presupponendo – a torto – che all’abrogazione sarebbe seguita la reviviscenza della norma preesistente.
In altre parole, muore il Porcellum – sostenevano i referendari – e resuscita il Mattarellum.
Non ci voleva una palla di vetro, però, per capire che i referendari si illudevano (e illudevano).
Un vuoto normativo in materia elettorale non è ammissibile, e la teoria della reviviscenza è già stata esplicitamente esclusa dalla giurisprudenza costituzionale.
“Sarebbe come dire – nella sintesi efficace del costituzionalista Michele Ainis – che abrogando la Costituzione tornerebbe in vigore lo Statuto Albertino”. " Oppure come dire che, abrogando la legge sull'ergastolo, torni in vigore la "pena di morte"!
Ancora una volta Di Pietro ed il suo seguito si fanno pizzicare perche' non conoscono la "Costituzione"!
Fonte: TheFrontPage
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